Roma e la città creativa

L’UNESCO Creative Cities Network (UCCN) continua ad approfondire l’indagine sugli elementi che connotano l’epocale passaggio dalla città postindustriale alla città creativa, dedicandovi da tempo attenzione e ricerche, a partire dalla Conferenza Annuale di Kanazawa (JP).

In preparazione della Conferenza Habitat III di Quito, focus sull’innovazione, che agisce nelle nuove politiche di sviluppo urbano sostenibile, l’UCCN ha avviato una serie di incontri tra le città della propria rete per mettere a punto il proprio contributo.

L’Unesco ha deciso di entrare con decisione nel dibattito sui Sustainable Development Goals che l’ONU discuterà alla terza Conferenza Habitat III di Quito nel 2016. In particolare, intende definire come la cultura e creatività delle città, la loro forza identitaria e la loro tensione all’innovazione agiscono nelle nuove politiche di sviluppo urbano sostenibile, sempre più orientate ad un atteggiamento progettuale e non puramente reattivo.

È stato questo l’obiettivo della International Conference on “Culture for Sustainable Cities” che si è tenuta ad Hangzhou ed a Beijing il 13-14 dicembre

La conferenza ha confrontato esperienze di numerose città creative che hanno già compiuto il salto generazionale dalla prima fase puramente attrattiva dei lavoratori della conoscenza alla seconda fase in cui la città genera creatività, sviluppo economico e un nuovo rapporto pubblico-privato.

Nelle Creative Fab Cities  o “Creative Cities 3.0”, fondate sulle cosiddette 3C – Cultura, Comunicazione e Cooperazione – l’economia creativa funge da leva per la rigenerazione urbana, agendo sui fattori vitali delle città, sul capitale identitario e su quello umano, sulla nuova manifattura e sulla formazione:

Lo scenario della crisi globale e il mutamento delle politiche urbane nell’era della transizione richiede, infatti, di progettare e gestire nuove città e nuovi cicli di vita più creativi, intelligenti e recipienti, in grado di agire come propulsori di nuove politiche urbane per uscire dalla crisi.

Le Città in questo modo utilizzano in maniera creativa l’energia rinnovabile e i trasporti, in cui gli spazi pubblici tornano ad essere luoghi di manifatture e non solo di servizi.

Le Città favoriscono la nuova alleanza tra dimensione digitale e dimensione fisica, tra decisori informati e cittadini attivi.